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L'isola di Arturo

 Il saluto al sole nell'isola di Arturo

 <Allora i miei occhi e i miei pensieri lasciavano il cielo con dispetto, riandando a posarsi sul mare, il quale, appena io lo riguardavo, palpitava verso di me, come un innamorato. Là disteso, nero e pieno di lusinghe, esso mi ripeteva che anche lui, non meno dello stellato, era grande e fantastico, e possedeva territori che non si potevano contare, diversi uno dall'altro, come centomila pianeti! Presto, ormai, per me , incomincerebbe finalmente l'età desiderata in cui non sarei più un ragazzino, ma un uomo; e lui, il mare, simile a un compagno che finora aveva sempre giocato assieme a me, mi porterebbe via con lui a conoscere gli oceani, e tutte le altre terre, e tutta la vita!>


C’è un posto su un isola, che è un posto del cuore. Io ci vado d’estate particolare ora: la golden hour, quella tanto amata dai fotografi. Ci vado per veder morire il sole.

E’ una location perfetta, quasi un set cinematografico, bisogna arrivare in tempo però, perché si ripete solo una volta al giorno, si perché il sole muore solo una volta al giorno, tutti i giorni, sempre. Ci vuole coraggio a vederlo così, è quasi straziante questa enorme palla di fuoco che lentamente, inesorabilmente, si immerge nel mare.

A rallegrare l’evento c’è un chiosco a due passi dalla spiaggia, immerso nel verde e nei profumi della macchia mediterranea. E’ fornitissimo, qualsiasi richiesta non sarà mai delusa. Si va dai molteplici cocktail di frutta a quelli più complessi, fino ad arrivare a tutta una serie di ottimi vini al bicchiere ed una selezione di birre artigianali il tutto accompagnato dalle molteplici sfiziosità di territorio.

La compagnia è assicurata per assistere allo spettacolo, dove il principale attore recita il monologo della sua dipartita. Questo evento e diventato un must nell'isola, arrivano da tutte le parti in questa ora perfetta per l’aperitivo, un momento ideale per rilassare il corpo e nutrire lo spirito in un atmosfera  accattivante e molto emotiva.

Con il bicchiere in mano assistiamo allo spettacolo della luce, i colori soffusi ci predispongono all’attività meditativa o intensamente comunicativa. E spesso capita, come solo in questi momenti può capitare, di stringerci la mano e ricordare dolci e toccanti parole, quelle che a volte salutano il sole:

<Tienimi per mano al tramonto, quando la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto…
Tienimi per mano… portami dove il tempo non esiste…
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano… nei giorni in cui mi sento disorientata…cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate…
Tienimi la mano, e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te…
Tienimi per mano e non lasciarmi andare… mai…>


Nel bicchiere un vino bianco che viene vinificato proprio qui di fronte a Monte Procida. Il Sorbo bianco nasce da uve falanghina flegrea, sono vigne assolate e nel contempo rinfrescate dal mare.

Il colore è giallo paglierino intenso, al naso sentori di pesca gialla e note agrumate, al gusto è morbido ed equilibrato, viene affinato in tonneau di castagno come in passato si usava in queste zone.

Parlerò più dettagliatamente dei vini di questa azienda in un mio prossimo articolo.


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