Nuova Zelanda, il boom del vino biologico
L’ultimo rapporto sull’agricoltura biologica, presentato al Parlamento, della Nuova Zelanda, ai primi di marzo, stima che l’intero settore è cresciuto del 25% negli ultimi tre anni, nonostante il periodo di recessione che sta investendo il mondo.
In questo processo, il settore vinicolo è all’avanguardia tanto che i vigneti coltivati biologicamente dal 2008 si sono quadruplicati. Inoltre, con la vendemmia 2012, oltre 100 vigneti, che rappresentano il 7,6% della superficie vitata nazionale sono già certificati.
Il fenomeno riguarda grandi società e aziende di nicchia che si stanno cimentando con le pratiche di coltivazione e di vinificazione all’insegna della sostenibilità.
Un grande ruolo sta svolgendo l’associazione di produttori
Organic Winegrowers New Zealand, che sta lavorando per diffondere e sostenere l’agricoltura biologica fornendo tutti i supporti per produrre vini eccellenti a costi contenuti impiegando solo prodotti naturali.
Questo sforzo è stato sostenuto dall’associazione New Zealand Winegrowers, che ha appoggiato la campagna degli Organic Winegrowers New Zealand “20 by 2020” cioè di arrivare a coltivare il 20% della superficie vitata nazionale entro l’anno 2020.
“La certificazione secondo gli standard internazionali richiede un sacco di fatica e di dedizione - spiega James Milton, il pioniere del biologico in Nuova Zelanda e oggi presidente dell’associazione - ma ne vale la pena.
E’ un modo fantastico per portare nel mondo il messaggio di un prodotto biologico e biodinamico coltivato in modo sostenibile”.
L’ultimo rapporto sull’agricoltura biologica, presentato al Parlamento, della Nuova Zelanda, ai primi di marzo, stima che l’intero settore è cresciuto del 25% negli ultimi tre anni, nonostante il periodo di recessione che sta investendo il mondo.
In questo processo, il settore vinicolo è all’avanguardia tanto che i vigneti coltivati biologicamente dal 2008 si sono quadruplicati. Inoltre, con la vendemmia 2012, oltre 100 vigneti, che rappresentano il 7,6% della superficie vitata nazionale sono già certificati.
Il fenomeno riguarda grandi società e aziende di nicchia che si stanno cimentando con le pratiche di coltivazione e di vinificazione all’insegna della sostenibilità.
Un grande ruolo sta svolgendo l’associazione di produttori
Organic Winegrowers New Zealand, che sta lavorando per diffondere e sostenere l’agricoltura biologica fornendo tutti i supporti per produrre vini eccellenti a costi contenuti impiegando solo prodotti naturali.
Questo sforzo è stato sostenuto dall’associazione New Zealand Winegrowers, che ha appoggiato la campagna degli Organic Winegrowers New Zealand “20 by 2020” cioè di arrivare a coltivare il 20% della superficie vitata nazionale entro l’anno 2020.
“La certificazione secondo gli standard internazionali richiede un sacco di fatica e di dedizione - spiega James Milton, il pioniere del biologico in Nuova Zelanda e oggi presidente dell’associazione - ma ne vale la pena.
E’ un modo fantastico per portare nel mondo il messaggio di un prodotto biologico e biodinamico coltivato in modo sostenibile”.
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