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Milano: Van Gogh a Palazzo Reale

Il genio di Van Gogh a Palazzo Reale. La mostra è un’occasione unica per approfondire, attraverso gli occhi dell’artista, il complesso rapporto tra l’essere umano e la natura che lo circonda
Vincent van Gogh, La vigna verde Olio su tela, cm 73,5 x 92,5 1888 Kröller-Müller Museum, Otterlo © Kröller-Müller Museum
«Esaminare e disegnare tutto ciò che appartiene alla vita contadina». E' all'insegna di questa dichiarazione di poetica, così sentitamente attenta ai cicli della natura e alle fatiche dell'uomo, che si declina nelle sale di Palazzo Reale la raffinata mostra dedicata al grande maestro olandese “Van Gogh 


"L'uomo e la terra”. I campi, i celebri covoni dalle tonalità del giallo, la semina e il raccolto. E ancora le continuamente ricorrenti patate, le cipolle e i sempre cari all'occhio di ogni olandese, fiori in mazzo. Niente di “terragno” sfugge all'occhio attento dell'artista che con la sensibilità che lo contraddistingue sa rendere protagonisti gli ultimi fra i lavoratori, restituendo loro la dignità di uomini e di veri interpreti delle fatiche del quotidiano.

Il rapporto con la natura, come bene si evince dalle parole della curatrice della monografica, Kathleen Adler, fu d'altronde sempre al centro della sua ricerca artistica. Lo testimoniano in mostra i capolavori provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo (Paesi Bassi) quali “I Contadini che piantano patate” del 1884 e l'intenso “Pastore con un gregge di pecore”, sempre del 1884, dove sono ben forti gli echi del predecessore Jean-François Millet. E ancora le stanche e rozze fattezze della “Testa di Donna” del 1885, in grado di rendere al meglio la durezza di un mondo dove la fatica si sposa in maniera quanto mai chiara alle estreme necessità del pane quotidiano e della sopravvivenza.

E' invece nell'esplosione dei caldi rossi e del più freddo blu di contrasto, che con l'autoritratto olio su cartone, del 1887, Van Gogh rappresenta il tormento e il senso di isolamento che di li a poco lo avrebbero condotto al suicidio. All'inconfondibile sua cifra dalle dense pennellate nel tema del ritratto è dedicata la terza delle cinque sezioni dell'esposizione, con i ritratti di “Joseph Roulin” del 1889 e quello di “Joseph-Michel Ginoux” del 1888. Strano destino quello di Van Gogh, che spendendo pochi spiccioli per convincere amici e conoscenti a farsi rappresentare, consegnava per sempre alla grande storia dell'arte i loro volti, posti in risalto su piccole varianti monocrome e privati di contesto, traendone in cambio - e per consegnarli alla posterità - l'essenza quale fulcro espressivo della loro diversa umanità.

In un’epoca in cui la maggior parte degli artisti rivolgeva lo sguardo al paesaggio urbano, frutto dell’industrializzazione europea della fine del XIX secolo – come accadeva appunto per i neoimpressionisti Seurat e Signac – Van Gogh sposta la sua attenzione verso il paesaggio rurale e il mondo contadino. La vita e le mansioni della tradizione agreste diventano per lui materia di studio, considerando questa come soggetto dalla nobile e sacra accezione e i lavoratori della terra figure eroiche e gloriose: dai primi disegni realizzati in Olanda fino agli ultimi capolavori dipinti nei pressi di Arles, Van Gogh esprime la propria affinità verso gli umili, immedesimandosi con loro e rappresentando il loro dignitoso contegno.

Il lavoro curatoriale ha permesso di costruire un percorso che accompagnerà il visitatore attraverso oltre 50 lavori dell’artista, alla scoperta di opere note e di altre mai viste prima, per comprendere ed esplorare il complesso rapporto tra uomo e natura, tra fatica e bellezza, rivivendo gli stati d’animo che Vincent Van Gogh ha trasferito nelle sue creazioni.

Il corpus centrale della mostra è costituito, come per l’esposizione del 1952, da opere provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, a cui si aggiungono lavori provenienti dal Van Gogh Museum di Amsterdam, dal Museo Soumaya-Fundación Carlos Slim di Città del Messico, dal Centraal Museum di Utrecht e da collezioni private normalmente inaccessibili: un’occasione unica per approfondire, attraverso gli occhi dell’artista, il complesso rapporto tra l’essere umano e la natura che lo circonda.

Tra i capolavori concessi dal Kröller-Müller Museum alla mostra milanese, citiamo L’autoritratto del 1887, il Ritratto di Joseph Roulin del 1889, Vista di Saintes Marie de la Mer del 1888, la Testa di pescatore del 1883 e Bruciatore di stoppie, seduto in carriola con la moglie del 1883.

A curare l'allestimento è Kengo Kuma, architetto giapponese di fama internazionale, che per l'occasione ha scelto tutti materiali nelle tonalità dell'ecru, richiamando alle pareti le ondulazioni evocative dei campi di grano.

Van Gogh. L'uomo e la terra
Palazzo Reale: 18 ottobre - 8 marzo
Orari
Lunedì: 14.30–19.30
Martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30
Giovedì e sabato: 9.30-22.30
Biglietto
Intero: 12 Eur
Ridotto: 10 Eur
Ridoto speciale: 6 Eur


Palazzo Reale
Piazza del Duomo, 12 - Milano
Contatti: Telefono: 02/804062; www.comune.milano.it/palazzoreale

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