“I GRANDI BIANCHI DELL’ALTO ADIGE”: FOCUS SU PINOT BIANCO, SAUVIGNON E GEWÜRZTRAMINER
Questi tre vitigni sono stati i protagonisti indiscussi dei due appuntamenti dedicati alla produzione vitivinicola di un territorio affascinante, incastonato ai piedi delle Alpi italiane e caratterizzato da un’ampia varietà di microclimi e di terreni, al quale è riconosciuta la capacità di dar vita a vini bianchi di particolare pregio. Nel banco di assaggio allestito nelle due città, presso l’Hotel AC Bologna by Marriott e l’A.Roma Lifestyle Hotel, sono state presentate 45 etichette, servite con maestria e professionalità dai sommelier della Associazione Italiana Sommelier, partner dell’appuntamento.
“Crediamo che per far conoscere e apprezzare le caratteristiche della produzione vitivinicola del nostro territorio, la scelta migliore sia quella di lasciare la parola ai vini” ha commentato il Direttore Marketing del Consorzio Vini Alto Adige, Werner Waldboth. “Con il nostro evento itinerante ci poniamo l’obiettivo di presentare le migliori espressioni di un connubio indissolubile: da un lato le qualità tipiche dei tre vitigni unite alle caratteristiche del terreno in cui affondano le proprie radici, dall’altro la grande variabilità di microclimi cui sono esposti i vigneti e il sapiente lavoro dell’uomo” ha concluso.
“Siamo molto felici di aver potuto collaborare con il Consorzio Vini Alto Adige per la buona riuscita di questo evento” ha commentato Annalisa Barison, Presidente di Ais Emilia. “È opinione diffusa che i vini bianchi siano da consumare freschi e in gioventù, mentre solo i rossi siano predisposti a subire un affinamento. L’appuntamento ha dato modo di smentire questa credenza: nel banco di assaggio riservato alla stampa, i nostri sommelier hanno potuto servire la stessa tipologia di vino bianco dello stesso produttore di annate diverse, spiegando le differenze e sfumature che si potevano cogliere e raccogliendo la soddisfazione dei visitatori nello scoprire l’evoluzione che questi vini hanno subito nel tempo. All’uscita dalla manifestazione la parola più ricorrente è stata ‘scoperta’. Scoperta di un vino, di una annata, di una cantina, ma anche la scoperta e nuova consapevolezza che i vini bianchi dell’Alto Adige possono evolvere per qualche anno in bottiglia felicemente”.
“Il vino bianco tradizionalmente è vissuto come consumo immediato. Non sempre però è necessariamente così. In presenza di alcune condizioni – ad esempio la provenienza da territori che godono di un clima favorevole con forti escursioni termiche, con vigne posizionate anche in altura e un sottosuolo ricco - vale la pena saper aspettare per apprezzare le potenzialità che un vino bianco sa esprimere nel tempo” ha commentato Angelica Mosetti, Presidente di Ais Lazio. “L’evento di oggi, con il quale siamo lieti di aver collaborato, ci ha offerto la possibilità di degustare etichette di Pinot Bianco, Sauvignon Blanc e Gewürztraminer del 2010, 2006 e ancora indietro fino al 2003 e di toccare con il naso e con il palato queste potenzialità” ha concluso.
Il Pinot Bianco è caratterizzato da un elegante profumo di mela e da una acidità spiccata. Viene coltivato prevalentemente in vigneti di media altitudine, tra i 400 e i 600 metri sul livello del mare, che si snodano su tutto il territorio altoatesino, con l’eccezione della Valle d’Isarco. Il Sauvignon Blanc trova invece collocazione preferenziale sulle colline che si affacciano sulla Valle dell’Adige, da Merano a Salorno. Questo antico vitigno, introdotto dalla Francia alla fine dell’800, in Alto Adige dà origine a vini dal delicato sentore di ortica, sambuco, uva spina e agrumi.
Il Gewürztraminer, che trae il suo nome dal paese di Termeno, grazie al suo bouquet vastissimo, con note di petali di rosa, garofani, lici e frutti tropicali, è considerato il vino aromatico per eccellenza. La sua zona di produzione preferenziale è la Bassa Atesina, ma trova spazio anche in altre aree dell’Alto Adige su terreni argillosi e calcarei.
Tre straordinari vitigni ci hanno narrato la qualità, l’eleganza, la tradizione del territorio altoatesino, i suoi microclimi, le sapienti cure dei suoi viticoltori e la sua evoluzione enologica
Pinot Bianco, Sauvignon Blanc e Gewurztraminer, tre vitigni che ben rappresentano questo straordinario territorio, culla di vini bianchi che spiccano per eleganza, finezza e personalità. Due giornate, la prima a Bologna il 5 ottobre e poi Roma il 6 ottobre, hanno visto oltre 600 visitatori e centinaia di bottiglie stappate. È questo il bilancio delle ultime tappe de “I grandi bianchi dell’Alto Adige”, il banco di assaggio itinerante organizzato dal Consorzio Vini Alto Adige.
Questi tre vitigni sono stati i protagonisti indiscussi dei due appuntamenti dedicati alla produzione vitivinicola di un territorio affascinante, incastonato ai piedi delle Alpi italiane e caratterizzato da un’ampia varietà di microclimi e di terreni, al quale è riconosciuta la capacità di dar vita a vini bianchi di particolare pregio. Nel banco di assaggio allestito nelle due città, presso l’Hotel AC Bologna by Marriott e l’A.Roma Lifestyle Hotel, sono state presentate 45 etichette, servite con maestria e professionalità dai sommelier della Associazione Italiana Sommelier, partner dell’appuntamento.
L'evento capitolino, dove ho avuto l'opportunità di partecipare, è stato un’occasione unica per approfondire e tastare il polso di quello che è oggi l’universo “bianchista” altoatesino. Riservato in anteprima ad operatori e soci AIS, un banco di assaggio con 45 etichette in degustazione per ciascuno dei tre vitigni dove sono stati propostoti 15 vini di grande personalità in cui tutto il patrimonio enoculturale è stato ben rappresentato dai referenti del Consorzio e da tre produttori del territorio: Karl Gumpold (Castel Sallegg), Doris Schmiedhofer (Colterenzio) e Ines Giovanett (Castelfeder), che fanno parte delle 150 cantine del Consorzio Vini Alto Adige.
Tratto saliente che dalla degustazione è stata la capacità di questi tre vitigni, di dar vita a vini fini ed eleganti, che solitamente vengono consumati entro pochi anni dalla immissione sul mercato ma che possiedono un importante potenziale evolutivo solo parzialmente esplorato. È stato proprio questo il tema chiave del banco di assaggio riservato alla stampa, che ha offerto a noi giornalisti del settore, la possibilità di degustare quindici etichette di due annate diverse. Una opportunità ideale per scoprire quali sorprese possono riservare Pinot Bianco, Sauvignon e Gewürztraminer quando i vini che ne derivano vengono lasciati a riposare in condizioni ottimali per qualche anno in bottiglia.
La storia di una straordinaria regione è stata comunicata attraverso la delicatezza espressiva e grande incisività aromatica del Pinot Bianco delle zone di Andriano, Caldaro, Termeno, Magrè, Salorno e Bolzano, dal profumo di erba falciata dal tipico tratto acidulo del Sauvignon coltivato sulle elevate alture della Valle dell’Adige, Oltradige, Bassa Atesina e conca di Bolzano e dal vasto bouquet aromatico del Gewürztraminer recuperato dall’oblio del tempo e oggi eccellenza vinicola, coltivato soprattutto nella Bassa Atesina a Termeno e Cortaccia e in alcune altre parti dell’Alto Adige dove sono presenti terreni argillosi e calcarei.
“Crediamo che per far conoscere e apprezzare le caratteristiche della produzione vitivinicola del nostro territorio, la scelta migliore sia quella di lasciare la parola ai vini” ha commentato il Direttore Marketing del Consorzio Vini Alto Adige, Werner Waldboth. “Con il nostro evento itinerante ci poniamo l’obiettivo di presentare le migliori espressioni di un connubio indissolubile: da un lato le qualità tipiche dei tre vitigni unite alle caratteristiche del terreno in cui affondano le proprie radici, dall’altro la grande variabilità di microclimi cui sono esposti i vigneti e il sapiente lavoro dell’uomo” ha concluso.
“Siamo molto felici di aver potuto collaborare con il Consorzio Vini Alto Adige per la buona riuscita di questo evento” ha commentato Annalisa Barison, Presidente di Ais Emilia. “È opinione diffusa che i vini bianchi siano da consumare freschi e in gioventù, mentre solo i rossi siano predisposti a subire un affinamento. L’appuntamento ha dato modo di smentire questa credenza: nel banco di assaggio riservato alla stampa, i nostri sommelier hanno potuto servire la stessa tipologia di vino bianco dello stesso produttore di annate diverse, spiegando le differenze e sfumature che si potevano cogliere e raccogliendo la soddisfazione dei visitatori nello scoprire l’evoluzione che questi vini hanno subito nel tempo. All’uscita dalla manifestazione la parola più ricorrente è stata ‘scoperta’. Scoperta di un vino, di una annata, di una cantina, ma anche la scoperta e nuova consapevolezza che i vini bianchi dell’Alto Adige possono evolvere per qualche anno in bottiglia felicemente”.
“Il vino bianco tradizionalmente è vissuto come consumo immediato. Non sempre però è necessariamente così. In presenza di alcune condizioni – ad esempio la provenienza da territori che godono di un clima favorevole con forti escursioni termiche, con vigne posizionate anche in altura e un sottosuolo ricco - vale la pena saper aspettare per apprezzare le potenzialità che un vino bianco sa esprimere nel tempo” ha commentato Angelica Mosetti, Presidente di Ais Lazio. “L’evento di oggi, con il quale siamo lieti di aver collaborato, ci ha offerto la possibilità di degustare etichette di Pinot Bianco, Sauvignon Blanc e Gewürztraminer del 2010, 2006 e ancora indietro fino al 2003 e di toccare con il naso e con il palato queste potenzialità” ha concluso.
Il Pinot Bianco è caratterizzato da un elegante profumo di mela e da una acidità spiccata. Viene coltivato prevalentemente in vigneti di media altitudine, tra i 400 e i 600 metri sul livello del mare, che si snodano su tutto il territorio altoatesino, con l’eccezione della Valle d’Isarco. Il Sauvignon Blanc trova invece collocazione preferenziale sulle colline che si affacciano sulla Valle dell’Adige, da Merano a Salorno. Questo antico vitigno, introdotto dalla Francia alla fine dell’800, in Alto Adige dà origine a vini dal delicato sentore di ortica, sambuco, uva spina e agrumi.
Il Gewürztraminer, che trae il suo nome dal paese di Termeno, grazie al suo bouquet vastissimo, con note di petali di rosa, garofani, lici e frutti tropicali, è considerato il vino aromatico per eccellenza. La sua zona di produzione preferenziale è la Bassa Atesina, ma trova spazio anche in altre aree dell’Alto Adige su terreni argillosi e calcarei.
A breve il Consorzio sarà inserito all'interno della testata openwinemap.it.
I grandi bianchi dell’Alto Adige presenti alla degustazione
Pinot Bianco
Cantina Bolzano
Pinot Bianco Dellago 2014
Pinot Bianco Dellago 2010
Cantina Tramin
Pinot Bianco Moriz 2014
Pinot Bianco Moriz 2010
Castel Sallegg
Pinot Bianco Prey 2014
Pinot Bianco Prey 2009
Cantina Terlano
Pinot Bianco Vorberg 2012
Pinot Bianco Vorberg 2009
Weingut Niklas
Pinot Bianco Riserva Klaser 2012
Pinot Bianco Riserva Klaser 2005
Sauvignon
Castelfeder
Sauvignon IGT delle Dolomiti Raif 2014
Sauvignon IGT delle Dolomiti Raif 2009
Cantina San Michele Appiano
Sauvignon Sanct Valentin 2014
Sauvignon Sanct Valentin 2009
Tenuta Kornell
Sauvignon Cosmas 2014
Sauvignon Cosmas 2007
Cantina Cortaccia / Kurtasch
Sauvignon Kofl 2014
Sauvignon Fohrhof 2007
Cantina Girlan
Sauvignon Flora 2013
Sauvignon Flora 2010
Gewürztraminer
Josef Brigl
Gewürztraminer Windegg 2014
Gewürztraminer Windegg 2006
Cantina Caldaro
Gewürztraminer Campaner 2014
Gewürztraminer Campaner 2003
Cantina Erste + Neue
Gewürztraminer Puntay 2013
Gewürztraminer Puntay 2009
Cantina Colterenzio
Gewürztraminer Atisis 2013
Gewürztraminer Atisis 2009
Alois Lageder
Gewürztraminer Am Sand 2012
Gewürztraminer Am Sand 2004
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