Lutto nel mondo vitivinicolo. La Francia del vino dice addio a Denis Dubourdieu
L'enologo, ricercatore, vigneron e proprietario di alcuni châteaux nel bordolese Denis Dubourdieu, fondatore-direttore dell'Istituto di Scienze della vigna e del vino, la cui ricerca negli anni '80 ha ispirato la vitivinicoltura contemporanea, è morto lo scorso 26 luglio all'età di 67 anni. Considerato uno dei maggiori esperti di vinificazione ed invecchiamento dei vini bianchi, un attitudine che probabilmente gli era stata tramandata dal padre e dal nonno, entrambi viticoltori e specializzati proprio nella produzione di vini bianchi, gli valse l'appellativo di “Papa del vino bianco".
Nato nel 1949 a Barsac (Gironde), da una famiglia di viticoltori, Denis Dubourdieu ha dedicato tutta la sua vita alla scienza della vite e del vino. Dopo la sua tesi di dottorato nel 1982, sulla composizione molecolare dei vini dolci, si è unito all'Università di Bordeaux diventando professore di enologia nel 1987. Tra le sue innovazioni ricordiamo l'agricoltura biologica, la fermentazione del vino in botte di rovere con macerazione prolungata sulle bucce, il miglioramento delle tecniche di imbottigliamento.
Anche se i vitigni a bacca bianca sono stati al centro delle sue ricerche, questo non gli ha impedito di occuparsi oltre che dei suoi vigneti tra cui Doisy-Daene (2° Grand Cru 1855 Barsac), anche all'attività di consulenza con cantine famose, in Francia (Sauternes Yquem, Cheval Blanc a Saint-Emilion) e all'estero, così come della sua responsabilità di insegnamento presso l'Università.
"La sua ricerca è all'origine dei vini bianchi moderni di Bordeaux, che uniscono finezza e complessità aromatica, niente a che vedere con quelli prodotti in passato", ha detto il presidente del Comitato Interprofessionale dei vini di Bordeaux (CIVB), Allan Sichel. "Ha anche avuto un eccezionale capacità educativa, riusciva ad esprimere la sua grande conoscenza con parole semplici."
Dubourdieu, in tal senso, ha lavorato fianco a fianco con i produttori, assistendoli con lo stato dell'arte delle tecnologie, delle tecniche e della modellizzazione economica. Tra le ricerche scientifiche che ha condotto ricordiamo quelle incentrate sulla biochimica dell’aroma delle uve e del vino, dei lieviti, delle proteine e dei polisaccaridi.
Mente visionaria, Dubourdieu aveva intuito la necessità di federare le varie discipline in campo vitivinicolo e creare un grande istituto all'interno dell'Università: nel gennaio 2009 apre i battenti l'Istituto di Scienze della vite e del vino (ISVV). Aprendo il sito internet dell'Università troveremo così scritto: "Nel cuore della più prestigiosa regione produttrice di vino al mondo, l'Istituto di scienze della vite e del vino dell'Università di Bordeaux è un centro multidisciplinare di ricerca d'istruzione superiore e di sviluppo per le sfide future nel settore del vino". Prof. Denis Dubourdieu
Nel 2016, è stato consacrato "Man of the Year" dalla rivista britannica Decanter, per il suo "straordinario contributo al mondo del vino". Ha pubblicato, insieme a Pascal Ribereau-Gayon, un "Trattato di Enologia" in due volumi (edito da Wiley) e nel 2012 "Intorno una bottiglia. L'Enologia in tutte le sue forme".
L'enologo, ricercatore, vigneron e proprietario di alcuni châteaux nel bordolese Denis Dubourdieu, fondatore-direttore dell'Istituto di Scienze della vigna e del vino, la cui ricerca negli anni '80 ha ispirato la vitivinicoltura contemporanea, è morto lo scorso 26 luglio all'età di 67 anni. Considerato uno dei maggiori esperti di vinificazione ed invecchiamento dei vini bianchi, un attitudine che probabilmente gli era stata tramandata dal padre e dal nonno, entrambi viticoltori e specializzati proprio nella produzione di vini bianchi, gli valse l'appellativo di “Papa del vino bianco".
Nato nel 1949 a Barsac (Gironde), da una famiglia di viticoltori, Denis Dubourdieu ha dedicato tutta la sua vita alla scienza della vite e del vino. Dopo la sua tesi di dottorato nel 1982, sulla composizione molecolare dei vini dolci, si è unito all'Università di Bordeaux diventando professore di enologia nel 1987. Tra le sue innovazioni ricordiamo l'agricoltura biologica, la fermentazione del vino in botte di rovere con macerazione prolungata sulle bucce, il miglioramento delle tecniche di imbottigliamento.
Anche se i vitigni a bacca bianca sono stati al centro delle sue ricerche, questo non gli ha impedito di occuparsi oltre che dei suoi vigneti tra cui Doisy-Daene (2° Grand Cru 1855 Barsac), anche all'attività di consulenza con cantine famose, in Francia (Sauternes Yquem, Cheval Blanc a Saint-Emilion) e all'estero, così come della sua responsabilità di insegnamento presso l'Università.
"La sua ricerca è all'origine dei vini bianchi moderni di Bordeaux, che uniscono finezza e complessità aromatica, niente a che vedere con quelli prodotti in passato", ha detto il presidente del Comitato Interprofessionale dei vini di Bordeaux (CIVB), Allan Sichel. "Ha anche avuto un eccezionale capacità educativa, riusciva ad esprimere la sua grande conoscenza con parole semplici."
Dubourdieu, in tal senso, ha lavorato fianco a fianco con i produttori, assistendoli con lo stato dell'arte delle tecnologie, delle tecniche e della modellizzazione economica. Tra le ricerche scientifiche che ha condotto ricordiamo quelle incentrate sulla biochimica dell’aroma delle uve e del vino, dei lieviti, delle proteine e dei polisaccaridi.
Mente visionaria, Dubourdieu aveva intuito la necessità di federare le varie discipline in campo vitivinicolo e creare un grande istituto all'interno dell'Università: nel gennaio 2009 apre i battenti l'Istituto di Scienze della vite e del vino (ISVV). Aprendo il sito internet dell'Università troveremo così scritto: "Nel cuore della più prestigiosa regione produttrice di vino al mondo, l'Istituto di scienze della vite e del vino dell'Università di Bordeaux è un centro multidisciplinare di ricerca d'istruzione superiore e di sviluppo per le sfide future nel settore del vino". Prof. Denis Dubourdieu
Nel 2016, è stato consacrato "Man of the Year" dalla rivista britannica Decanter, per il suo "straordinario contributo al mondo del vino". Ha pubblicato, insieme a Pascal Ribereau-Gayon, un "Trattato di Enologia" in due volumi (edito da Wiley) e nel 2012 "Intorno una bottiglia. L'Enologia in tutte le sue forme".
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