Si chiude il sipario sulla conferenza internazionale dedicata alle specie aliene che dal 7 al 9 novembre ha riunito, a Trento, più di cento esperti esperti mondiali nel campo dell’ecologia, dell’epidemiologia e della modellistica di specie invasive come Drosophila suzukii e zanzare tigre (Aedes albopictus).
Sono state messe in luce poi le nuove conoscenze ottenute sull'ecologia, sulla distribuzione e sulla dinamica di popolazione di zanzare vettrici di agenti patogeni responsabili di importanti malattie da virus quali Zika, Dengue e Chikungunya, in cui sono stati mostrati i risultati riguardanti la previsione del rischio d’introduzione e diffusione di queste malattie di origine tropicale sul territorio provinciale ottenuti attraverso l’applicazione di modelli matematici che sono stati utilizzati anche per la valutazione di possibili strategie di controllo tenendo conto del rapporto costi/benefici dei diversi tipi di intervento.
“Il convegno di Trento – ha spiegato Annapaola Rizzoli, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione FEM - è stata un’occasione unica per un confronto internazionale in cui sono stati condivisi risultati, esperienze e casi di studio tra ricercatori, tecnici e operatori delle principali realtà impegnate nella lotta alle principali specie invasive. La ricerca scientifica su questo tema è essenziale per mettere a punto strategie di controllo e prevenzione sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico”.
L'evento, organizzato dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento, FBK e MUSE, è stata l'occasione per illustrare alla comunità scientifica i risultati principali del progetto LExEM, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento e coordinato dalla Fondazione Edmund Mach.
La conferenza scientifica internazionale dal titolo “Facing the invasion of alien arthropods species: ecology, modelling and control of their economic impact and public health implications” ovvero “Affrontare l’invasione di specie invasive di artropodi: ecologia, modellistica e controllo del loro impatto sull'economia e sulla salute pubblica” ha affrontato il tema delle implicazioni sanitarie, economiche e sociali legate alla loro introduzione e progressiva diffusione nell’ambiente.
In particolare sono stati presentati i risultati ottenuti su Drosophila suzukii Matsumura, anche detto moscerino dei piccoli frutti, un parassita polifago appartenente alla famiglia Drosophilidae sub-genere Sophophora, originario del sud-est asiatico (India, Cina e Bangladesh), e in particolare i nuovi modelli di sviluppo delle popolazioni di Drosophila sulla base delle variabili ambientali e la loro potenzialità di applicazione pratica per la valutazione precoce del rischio ed il supporto alle decisioni di tecnici ed agricoltori.
In particolare sono stati presentati i risultati ottenuti su Drosophila suzukii Matsumura, anche detto moscerino dei piccoli frutti, un parassita polifago appartenente alla famiglia Drosophilidae sub-genere Sophophora, originario del sud-est asiatico (India, Cina e Bangladesh), e in particolare i nuovi modelli di sviluppo delle popolazioni di Drosophila sulla base delle variabili ambientali e la loro potenzialità di applicazione pratica per la valutazione precoce del rischio ed il supporto alle decisioni di tecnici ed agricoltori.
I modelli sono anche in grado di stimare l’impatto che alcune strategie di difesa in fase di sviluppo possono avere sulle popolazioni del fitofago. Il monitoraggio e la ricerca sulla Drosophila suzukii si inquadra a fronte di un potenziale pericolo per la viticoltura che dopo i primi ritrovamenti ufficiali del 2009 in Trentino, si è diffusa con estrema rapidità sia sul territorio nazionale - arrivando a interessare a tutt’oggi ben 12 regioni -, che in quello dell’Europa Centrale, dove è presente in 13 Paesi. E' estremamente polifaga: attacca i frutti prossimi alla maturazione di molte specie, quali piccoli frutti, ciliegio e altri fruttiferi, ma è stata segnalata anche su uva da vino in alcune realtà viticole italiane ed europee.
Anche se sembra che l’uva non rappresenti il frutto preferito da questo moscerino -, infatti non si assiste al disfacimento tipico dei frutti di altre colture -, permane il rischio che i fori di ovodeposizione possano rappresentare delle vie indirette di penetrazione di marciumi, quali botrite e marciume acido. Particolare attenzione è stata quindi posta alle prospettive di utilizzo di nuovi metodi di controllo biologico con parassitoidi indigeni e quelli che si basano sulle nuove conoscenze genetiche, genomiche e microbiologiche.
Sono state messe in luce poi le nuove conoscenze ottenute sull'ecologia, sulla distribuzione e sulla dinamica di popolazione di zanzare vettrici di agenti patogeni responsabili di importanti malattie da virus quali Zika, Dengue e Chikungunya, in cui sono stati mostrati i risultati riguardanti la previsione del rischio d’introduzione e diffusione di queste malattie di origine tropicale sul territorio provinciale ottenuti attraverso l’applicazione di modelli matematici che sono stati utilizzati anche per la valutazione di possibili strategie di controllo tenendo conto del rapporto costi/benefici dei diversi tipi di intervento.
“Il convegno di Trento – ha spiegato Annapaola Rizzoli, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione FEM - è stata un’occasione unica per un confronto internazionale in cui sono stati condivisi risultati, esperienze e casi di studio tra ricercatori, tecnici e operatori delle principali realtà impegnate nella lotta alle principali specie invasive. La ricerca scientifica su questo tema è essenziale per mettere a punto strategie di controllo e prevenzione sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico”.
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