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Enoturismo e Testo Unico del Vino, tutti i capitoli in attesa di governo

La difficile situazione politica, senza un accordo tra i partiti, rischia di congelare le novità del testo unico e del turismo del vino, in attesa dei decreti attuativi e dell’istituzione di un Osservatorio per monitorare un settore che vale 2,5 miliardi di € e 14 milioni di visitatori nelle cantine delle Città del Vino italiane



In vista della Convention in Sicilia (Noto, 26-29 aprile) l’Associazione Nazionale torna a richiamare l’attenzione della politica sui temi più sensibili per i territori. All’ordine del giorno anche il riconoscimento delle Città d’Identità, un fronte comune dei territori per promuovere il bello e il buono dell’Italia, dalle Città del Vino alle Città dell’Olio

Il presidente Floriano Zambon: “I territori hanno bisogno di risposte concrete senza perdere altro tempo”

Dal 26 al 29 aprile i sindaci delle 430 Città del Vino italiane tornano a riunirsi nella Convention di Primavera, in programma a Noto, in Sicilia, per discutere dei grandi temi dei territori a vocazione vitivinicola, dall’enoturismo ai piani regolatori del Vino, dalla promozione dei vitigni antichi e autoctoni alla riqualificazione ambientale.

In attesa che le forze politiche trovino un accordo di governo le Città del Vino tornano a richiamare l’attenzione sulle recenti conquiste del settore, in particolare sul Testo Unico del Vino, di cui si attendono i decreti attuativi, e sulle norme sull’enoturismo approvate con un emendamento alla legge di bilancio durante la precedente legislatura; un settore quest’ultimo che ha bisogno di approfondimenti e sviluppi in un progetto di ampio respiro che preveda investimenti sui territori, azioni promozionali di sistema, un portale enoturistico nazionale e un Osservatorio sull’Enoturismo per il monitoraggio puntuale del settore per orientare le scelte programmatiche e aziendali.

Tra i temi della Convention ci sono anche la costituzione di una regia unica e il riconoscimento delle Città d’Identità, quell’insieme di aggregazioni virtuose dei territori attorno a una vocazione specifica: le Città del Vino, le Città dell’Olio, le Città del Tartufo, del Pane, dei Muri Dipinti, etc. L’iniziativa è partita dalle Città del Vino e dell’Olio che hanno già firmato un protocollo d’intesa per sviluppare un nuovo progetto a vantaggio dei territori più estesi, che rappresentano il buono e il bello dell’Italia. E’ già in programma la nascita di un tavolo di concertazione tra le due Associazioni per definire azioni comuni e verificare le attività concordate, a cadenza bimestrale. In prospettiva si prevedono eventi e progetti di turismo enogastronomico esperienziale e di valorizzazione del patrimonio paesaggistico, ambientale e agroalimentare dei territori associati.

“La scelta di collaborare più strettamente con le altre Città d’Identità arriva in un momento in cui il settore enoturistico mostra segni di maggior maturità e crescita che potrebbero fare molto bene all’economia nazionale e alla difesa dei nostri territori – commenta il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon -. Tuttavia la situazione politica attuale crea incertezza e instabilità. Auspichiamo un solido accordo di governo per rilanciare anche il nostro settore e dare concretezza alle recenti conquiste normative e all’enoturismo in particolare”

Secondo l’ultimo rapporto sull’enoturismo in Italia curato da Città del Vino e Università di Salerno il comparto mostra segnali molto positivi: oltre 14 milioni di accessi enoturistici in Italia e un giro d’affari di 2,5/3 miliardi di euro l’anno.

Il Rapporto sul sito di Città del Vino www.cittadelvino.it/articolo.php?id=MjgxOA==

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