Formazione. Seminario Veronelli, nasce il centro di alta formazione per operatori e futuri operatori del cibo e del vino italiani.
A luglio 2018 l’inizio delle attività con la Settimana della Cultura Gastronomica e nel 2019 “Camminare le vigne”, primo corso di alta formazione.
«La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Così recita l’articolo 9 della Costituzione Italiana, ponendo al centro di una possibile rinascita la cultura e il paesaggio di cui fanno parte, a pieno titolo, l’agricoltura, le produzioni alimentari e la cucina. Un contesto ambientale e culturale che rende unici i prodotti italiani nelle loro caratteristiche organolettiche, ma anche nell’immaginario di coloro che, nel mondo, li ricercano e li prediligono.
Per comunicare e trasmettere questo valore aggiunto, questo potente fattore d’attrazione, e proporre il nostro patrimonio agroalimentare come parte di un sistema culturale è necessario che i professionisti del cibo e del vino dispongano di specifiche opportunità di formazione: con questa missione nasce l’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli fondata dal Seminario Permanente Luigi Veronelli e Fondazione Giorgio Cini.
L’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli, ideata e coordinata da Andrea Bonini, Direttore del Seminario Veronelli, presentata questa mattina presso il Palazzo della Triennale di Milano, si ispira alle rivoluzionarie idee veronelliane e sarà luogo di pensiero e di formazione dedicato al sapere della terra e della tavola.
Destinatari dell’offerta formativa saranno gli operatori (dai titolari di aziende agroalimentari italiane agli addetti al marketing, passando per titolari e personale di ristoranti, enoteche e wine bar, strutture alberghiere e ricettive, con giornalisti, blogger, PR e guide turistiche), e i futuri operatori (studenti universitari iscritti ai corsi di laurea attinenti che, purtroppo, dedicano pochissima attenzione alla gastronomia come cultura).
Sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, luogo di riferimento internazionale per l’arte e la cultura, dalle idee di Luigi Veronelli e con il sostegno di Banca Generali Private, nasce un centro di alta formazione per operatori e futuri operatori del cibo e del vino italiani.
«La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Così recita l’articolo 9 della Costituzione Italiana, ponendo al centro di una possibile rinascita la cultura e il paesaggio di cui fanno parte, a pieno titolo, l’agricoltura, le produzioni alimentari e la cucina. Un contesto ambientale e culturale che rende unici i prodotti italiani nelle loro caratteristiche organolettiche, ma anche nell’immaginario di coloro che, nel mondo, li ricercano e li prediligono.
Per comunicare e trasmettere questo valore aggiunto, questo potente fattore d’attrazione, e proporre il nostro patrimonio agroalimentare come parte di un sistema culturale è necessario che i professionisti del cibo e del vino dispongano di specifiche opportunità di formazione: con questa missione nasce l’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli fondata dal Seminario Permanente Luigi Veronelli e Fondazione Giorgio Cini.
L’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli, ideata e coordinata da Andrea Bonini, Direttore del Seminario Veronelli, presentata questa mattina presso il Palazzo della Triennale di Milano, si ispira alle rivoluzionarie idee veronelliane e sarà luogo di pensiero e di formazione dedicato al sapere della terra e della tavola.
Destinatari dell’offerta formativa saranno gli operatori (dai titolari di aziende agroalimentari italiane agli addetti al marketing, passando per titolari e personale di ristoranti, enoteche e wine bar, strutture alberghiere e ricettive, con giornalisti, blogger, PR e guide turistiche), e i futuri operatori (studenti universitari iscritti ai corsi di laurea attinenti che, purtroppo, dedicano pochissima attenzione alla gastronomia come cultura).
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