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Vino&Lavoro, senza voucher persi 25mila posti in vigna. Con nuova normativa a rischio opportunità di lavoro da uno dei settori più dinamici dell’economia

Con l’abrogazione dei vecchi voucher sono stati persi almeno 25mila posti di lavoro occasionali tra le vigne per giovani e pensionati durante l’ultima vendemmia



E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti della nuova disciplina introdotta dall’art. 54-bis del decreto legge n.50/2017 per sostituire lo strumento del voucher, in occasione della diffusione dei dati Cgia di Mestre sul lavoro occasionale.

La riforma è stata un vero flop in agricoltura dove si stima infatti che, come evidenzia la Coldiretti, nell’ultima vendemmia l’utilizzazione dei nuovi voucher sia risultata pari ad un valore inferiore al 2% di quello fatto registrare nell’anno precedente. Le motivazioni sono riconducibili in primis ad un eccesso di inutile burocrazia di cui, in parte non irrilevante, è responsabile la piattaforma informatica creata dall’INPS che non tiene in considerazione le specificità dell’attività agricola.

Con l’abrogazione della disciplina del voucher il sistema agricolo, infatti, è stato doppiamente penalizzato in quanto, se da una parte non si riscontravano nel settore indizi di abnorme e fraudolento utilizzo da dover correggere, dall’altra certamente l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 ad oggi è irrimediabilmente andato perduto. Un danno pesante per il vino dove a partire dalla data del 19 agosto 2008, prevista dalla circolare Inps per il rilascio dei primi buoni, è iniziata, sotto il pressing della Coldiretti, per la prima volta in Italia, la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia nei vigneti e dare una possibilità di integrazione del reddito a studenti e pensionati. Fu un successo immediato con poco più di 535.000 voucher venduti a livello nazionale durante l’anno nelle vigne.

Nel 2009 il sistema di pagamento è stato esteso all’insieme delle attività stagionali agricole, ma quello della vendemmia è rimasto l’impiego predominante assorbendone in media circa la metà secondo le stime della Coldiretti. Dopo una rapida crescita inziale nel tempo si è verificata una sostanziale stabilizzazione dei voucher venduti a livello nazionale dove la Coldiretti stima che nell’ultimo anno prima dell’abrogazione siano stati impiegati circa 1,3 milioni di voucher solo per la vendemmia, ora praticamente azzerati con l’entrata in vigore della nuova normativa.

“L’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia”, ha affermato il presidente la Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che il “nuovo Parlamento e il Governo hanno il dovere di ripensare ad uno strumento per il settore che semplifichi la burocrazia per l’impresa, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito per giovani studenti, pensionati e cassa integrati”.

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